Il cognome Ierovante appare la prima volta in Italia nel 1534, anno in cui alcuni abitanti della città di Corone, cittadina situata nella regione Morea, in Grecia, vi si rifugiarono per sfuggire alle invasioni dei Turchi. Corone era a quei tempi sotto la dominazione del popolo albanese; l'espansione dell'Impero Turco Ottomano nella regione greca spinse alcune delle famiglie più in vista di Corone ad accettare l'offerta di asilo da parte degli Aragonesi, i quali permisero ai greci di insediarsi in alcune località del sud Italia, in particolare la Calabria, ove ancora oggi si trovano numerosi centri nei quali si parla l'antica lingua greca.
Il paese in Italia nel quale si insediò la famiglia Ierovante è Castroregio, situato in Calabria, nella provincia di Cosenza. Attualmente vi sono numerose famiglie Ierovante sparse nel mondo; tra la fine del 1800 e i primi del 1900 alcuni abitanti di Castroregio, tra i quali anche degli Ierovante, emigrarono e si stabilirono in America (Stati Uniti) e in Argentina; altri si trasferirono in Germania e altri ancora si trasferirono da Castroregio rimanendo in Italia. Oggi gli Ierovante sono numerosi e sparsi in varie parti del mondo, ma l'origine è comune, e parte dal paese di Castroregio.
La situazione storica nel 1460-1480 nella regione greco-albanese
In Albania, intorno al
1460, si riuniva in Alessio
la «lega di tutti i popoli albanesi», che
proclamava come suo
capo Giorgio Kastriota Skanderberg. Quest’ultimo, anche con
l’aiuto di
Alfonso d’Aragona, ma con forze nettamente inferiori di
numero, sconfiggeva
più volte i Turchi, i quali benché facessero
ricorso a tutti
gli stratagemmi, non riuscirono ad avere ragione delle truppe guidate
dallo
Skanderberg.
Nel 1461 scoppia nel regno di
Ferdinando d’Aragona,
successo ad Alfonso, la rivolta dei baroni. Skanderberg sbarca
nell’Italia
meridionale e ben presto l’ordine è ripristinato.
Il valore del condottiero albanese,
che per circa
un trentennio mantiene lontano dall’Europa la minaccia turca,
si palesa
splendidamente a Croia nel 1465. E’ lo stesso sultano,
Maometto II, che,
stanco delle continue sconfitte dei suoi eserciti, viene ad assediare
Croia,
dove è rinchiuso lo Skanderberg ed i suoi uomini. Tuttavia,
le improvvise
sortite di questi ultimi e la costatazione che l’impresa
è impossibile
fanno abbandonare l’assedio al sultano. Ma la morte di
Skanderberg, avvenuta
durante la riunione della Lega ad Alessio nel 1467, faceva quasi subito
cadere la speranza di poter ulteriormente resistere
all’impero ottomano
e ben presto quasi tutta l’Albania venne occupata.
Molte famiglie allora, abbandonando
ogni cosa
e dando prova di grande orgoglio e dignità nazionale,
preferirono
imbarcarsi per l’Italia pur di non cedere ai Turchi.
Giunti, quindi,
nell’Italia meridionale nel 1478,
furono divisi e sistemati in gran parte in casali rimasti spopolati per
i flagelli che investirono la Calabria durante il sec. XV.
La data di fondazione di Castroregio
Controversa
è la data di fondazione di Castroregio. Secondo A. Scura,
essa risalirebbe
al 1476-78 e insieme allo Scura molti altri sono dello stesso avviso.
Giorgio
Toscano, nella sua Storia di Oriolo sostiene di aver visto
nell’archivio
del castello il privilegio di assenso del Re, il quale autorizzava
l’edificazione
di un casale di greci, al tempo del barone Giovanni de’
Vergara, subfeudatario
di Oriolo. Il casale in questione è Castroregio e, secondo
questo
privilegio sarebbe stato edificato verso il 1515. Il Toscano parla
inoltre
della famiglia
Camideca che sarebbe stata chiamata a popolare
questo
Casale, ma gli sfugge che i Camideca vennero in Italia nel 1535,
cioè
dopo la caduta di Corone e, quindi, non potevano essere i primi
abitatori
e fondatori di Castroregio.
Si può dire piuttosto,
molto verosimilmente,
che anche i greci destinati a Castroregio giunsero in Italia verso il
1478.
Gli Aragonesi non gradirono certamente molto la presenza di questo
popolo
guerriero sul loro suolo, ma data la grande risonanza della loro
resistenza
contro i Turchi, non potevano certo negare
l’ospitalità. Così
dopo alterne vicende, in cui intervenne anche la mediazione del Papa, i
greci vennero divisi per tutto il regno.
Passarono dunque degli anni prima
che essi potessero
essere sistemati nei luoghi scelti dagli Aragonesi. Castroregio quindi,
fu edificato verso il 1510-15, per interessamento di Giovanni Lopez
de’
Vergara.
Dopo questa accoglienza non certo
amichevole
da parte dei regnanti e dei vari baroni del regno (che non si fidavano
dei profughi e li divisero come nemici da tenere a bada per il regno)
il
comportamento dei greci verso le popolazioni indigene, non poteva che
essere
ostile.
Dopo tante peripezie, fermatisi
finalmente in
un luogo e costruire le loro case, che erano poi capanne coperte di
paglia
e fango, i Castroregesi ben poco poterono godere di questa relativa
tranquillità.
Scoppiata in questo periodo la guerra tra Spagna e Francia, tutti i
paesi
vicini, tranne Oriolo, passarono nel campo nemico.
Per l’approssimarsi dei
Francesi, l’esercito
spagnolo incominciò a ritirarsi a sud nel tentativo di
organizzare
la difesa. Mentre si ritiravano verso Castrovillari, gli Spagnoli
posero
il loro campo nelle vicinanze di Castroregio ed il posto ancora
conserva
la denominazione di «Timpone dello Spagnolo».
Ritiratisi gli Spagnoli, i paesi che
erano passati
con i Francesi, si diedero a saccheggiare il territorio di Oriolo.
Castroregio
fu assalito e bruciato da quelli di Amendolara, Roseto e Canna.
Oriolo fu assediata dai Francesi,
che posero
il campo nel luogo detto «il Seggio», ma resistette
e i Francesi,
stanchi, tolsero l’assedio. Essendo, tuttavia, il suo
territorio percorso
e saccheggiato dalle bande filo-francesi, alla fine si sottomise.
Terminata la guerra con la vittoria
degli Spagnoli,
tutto il territorio passò in feudo alla. famiglia
Sanseverino di
Salerno.
Veduta di Castroregio |
L'ingresso al paese |
Uno scorcio di Castroregio |
La chiesa di S. Rocco |
Tipici costumi greco-albanesi |
L’arrivo a Castroregio delle famiglie Di Lazzaro, Ierovante, Camodeca e Pappadà
Intanto
in Oriente si svolgeva l’ultimo atto della conquista turca:
la fortezza
di Corone, in Morea, veniva cinta d’assedio e poco dopo
cadeva in possesso
dei Turchi. Fu allora che Carlo V, stupito dal valore dei greci,
inviò
duecento navi per trarre in salvo le famiglie più in vista.
Gli abitanti di Corone, detti Coronei,
ebbero innumerevoli privilegi. Al contrario dei poveri greci giunti
prima,
essi godevano della protezione dell’imperatore: potevano
cavalcare con
briglie e speroni, cosa consentita allora solo ai nobili; non pagavano
tasse o dazi; si potevano stabilire, a loro scelta, in uno dei villaggi
albanesi della Calabria, Sicilia o Puglia; potevano portare le armi per
il regno e perfino dentro le stanze del Principe, titolo di somma
distinzione.
A Castroregio, nel 1534, giunsero,
provenienti
da Corone, le famiglie
Di Lazzaro, Ierovante,
Camodeca, Pappadà ed altre, che
si unirono alla popolazione già esistente e si adoperarono
per ricostruire
il povero villaggio di prima. Fu allora che Castroregio con la
costruzione
della Chiesa, che nel 1552, già risultava esistente, e di
alcune
case in muratura, acquistò l’aspetto di un paese.
Le famiglie provenienti
da Corone diedero quindi una certa sistemazione urbanistica, se
così
si può dire, al villaggio, ma non. lo fondarono, come si
sostenne
più tardi.
I riferimenti storici qui riportati sono stati estratti da "Profilo storico di Castroregio, dalle origini all'unità d'Italia", di Pina Cecere Roma, edito dalla Tipografia Jonica - Trebisacce (CS), 1978.