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Mario Zani

 


 
La Critica

Mario Zani è un canuto pittore che ha dipinto le sue tele, per anni, in un intimo soliloquio tumultuante di sogni e di visioni estetizzanti.

Solo l'amore dei suoi collezionisti e di tutti coloro che lo hanno sempre stimato ed amato, prima tra tutti la moglie, l'ha spinte ad esporre in una personale le sue opere migliori.

Debbo anzitutto chiarire che una parte della critica moderna, quella venuta sulle fragili ali dell'improvvisazione, fa una gran confusione nel giudicare la pittura tradizionale e, per rabber­ciare il giudizio, spertica elogi a dritta ed a manca al roman­ticismo ai paesaggisti dell'Ottocento, senza comprenderne la portata.

La pittura di genere non è morta con l'ultimo dei macchiaioli o col secondo periodo della scapigliatura, ma ha avuto dei solerti e pazienti fautori che oggi hanno raggiunto le vette di Mario Donizetti e di Dino Decca, maestri insuperabili della pittura della realtà.

Mario Zani fa a sè. Ha sviluppato nei suoi quadri paesaggi impressionistici sottilmente vincolati al primo periodo di Pis­sarro; ritratti e composizioni di vita domestica che trovano la loro matrice negli studi sulla forma e sul colore del pittore milanese Pietro Bouvier.

Questa ascendenza ha creato la personalità dello Zani, il qua le è scrupoloso nella precisione del disegno e nella cura cer­tosina delle inquadrature.

Mi sono piaciute tre pecorelle mansuete, dall'occhio triste e dolce, che osservano la scena con atarassica indifferenza. Ed il volto del contadino, arso dal sole e dalle fatiche diuturne, che osserva, con un filo d'ironia, il pittore che lo ritrae tra i suoi stracci ed i suoi affanni. E poi, ancora, i visi di donna, ed il faccione anglosassone del pescatore ripreso col cap­puccio caratteristico del vecchio lupo di mare.

Vi sono vaghe ed appena accennate notazioni che risalgono a Guarlotti, a Giacomo Grosso ed a Gaidano, insegnanti, un tempo, all'Accademia Albertina di Torino. Come v'è un su­blime ed angelico viso di donna, il capo rovesciato sul canapè, in idilliaco abbandono, che mi ha rammentato l'opera di Amedeo Bocchi dal 1914 al 1916, particolarmente incline alla finitezza, all'astrattezza dello scenario ed alla ripresa del volto verista in cui vi arde una luce dannunziana.

Mario Zani offre quindi un'antologica delle sue opere che solo il mio sottile cavillo ha voluto legare ad un modulo d'altri tempi: influssi vivificanti che hanno concorso ad elaborare nell'artista una purezza d'intenti riscontrabili specialmente nei paesaggi.

La provincia di Piacenza ha trovato nell'artista il suo bardo affettuoso e sincero che bada a cogliere il sentimento virgi­liano delle vedute. Una visione reverenziale del paesaggio colto in un momento di antica quiete.

Predominano le lacche e le terre, le quali danno all'impasto uno schietto senso melodico.

Sia ben chiaro che Mario Zani è un autodidatta nel vero e sincero linguaggio espressivo. Nè vorrei che altri intendes­sero diversamente.

Un artista che ha saputo suscitare e coltivare un mondo pit­torico che alcuni credevano sepolto con la pittura da caval­letto vecchio stile. Un fedele al figurativo che ha dato vita, con coraggio e freschezza di sentimento, ad un suo modo intimo e personale di rappresentare le tinte e le costruzioni formali, riuscendo gentile e sinceramente interessante.

Antonino De Bono
Critico d'Arte e Giornalista
della Rivista « Arte + Arte »


Artista e maestro dalle sorprendenti qualità, di elevata spiritualità, dalla semplice composizione e luminosità cromatica, è Mario Zani.

Le sue opere sono di intensa sensibilità e ravvivata coerenza stilistica e dalla forza d'espressione. La sua tematica non è certamente priva di squarci poetici poiché richiama in parte, in chiave moderna la pittura ottocentesca.

La sua arte è una visione coloristica di bellezza e di verità, fatta di accurata tecnica, assimilata in anni di esperienza, ed è un segno tangibile della sua preziosa arte, in cui il colore gioca una parte decisiva per le immagini più vere. La pulizia e la vigorosità di un segno intelligente capace di fissare un sentimento umano con una lirica efficace sta nella sua rappresentazione veristica figurativa in cui vi sono impliciti i simboli elementari della vita campestre, di un gusto raffinato e suggestivo, e si è subito colpiti da quella preziosità e gusto estremo dei particolari, dagli accostamenti cromatici dove con luminosa saggezza tempera lo spirito e la materia, con felice equilibrio.

Sono opere ricche di arte squisitamente formale e di sempre nuove accensioni coloristiche, e le vibrazioni delle luci rivelano sempre una sua sensibilità artistica che si riallaccia alla più sana e recente tradizione dell'impressionismo.

E' una pittura colta dal vero in tutte le più felici espressioni di vita, di poesia e di colore, dove con abilità magistrale Mario Zani vede l'arte non soltanto come esistenza, bensì come verifica dei valori, dalla rapsodia melodica suscitata da una reintegrante verità. Sono figure di una intensa emotività sentita ed espressa con quel vivo raccoglimento che crea e perpetua le sue opere.

Nella Mariani
Critica d'Arte dell'Annuario e
Riviste della Casa Editrice Megalini




Mario Zani è un pittore piacentino, figurativo d'estrazione, non ha mai derogato ai suoi principi: il suo operato sia nel campo dell'arte profana che in quello dell'arte sacra si riallaccia indiscutibilmente al romanticismo dell'Ottocento e sono palesi pertanto i risvolti di una sana tradizione accademica. Ma appunto perché è genuino questo appellarsi a motivi del passato, l'operato di Zani va accettato nei suoi significati interiori che del resto si palesano a prima vista e senza bisogno di porsi, davanti ai suoi lavori, degli interrogativi di interpretazione o di fare leva, talvolta sin'anche disperata come può capitare davanti a molti dipinti dei giorni nostri, su sforzi meningici per cercare di compenetrare il mistero di quanto ci è posto davanti agli occhi.

In Mario Zani non c'è certamente questo pericolo giacché il suo operato riveste una finalità ed uno scopo dichiarati e desiderati con umiltà di intendimenti, con naturalezza, buttando alle ortiche funambolismi e contorsionismi che sono ricerche spessissimo mosse dal solo fatto immodesto e snaturato di fare presa in chi ancora si lascia trasportare da esche troppo facili e gratuite.

Quello che vorrei mettere in rilevo nello stendere questa nota sul pittore piacentino è il senso di dignità della figura umana che emerge dal suo operato, il verismo dei suoi personaggi, l'introspezione psicologica con cui sa coglierli. Le tonalità sono generalmente sobrie, misurate: alle tinte smaglianti, Zani preferisce quelle di gradazione più tenue orchestrando la sua tavolozza soprattutto sui marroni spenti, sui verdi chiari, i viola. Masse e volumi sono rispettati e così, quasi sempre, le contrapposizioni di chiari e scuri, che trovano un giusto e dosato equilibrio.

L'artista si dedica spesso all'arte sacra. I suoi quadri di questo soggetto non sono dei lavori isolati, dei riempitivi, delle esercitazioni formali. Fanno parte integrante della sua laboriosa attività. Così accanto ai personaggi umili, al vecchietto che vicino al muro di una casa che rivela la sua vetustà e povertà, sfama un cane, accanto al "barbone" che filosoficamente fa la siesta tenendo d'occhio la sua misera borsa, al "Condottiero Veneto" o al "Vecchio lupo di mare", troviamo spesso la figura di Cristo, della Madonna, di altre persone di cui ci parlano i testi sacri.
Pier Giuseppe Agostoni
Critico Rivista Arte Cristiana
Scuola Beato Angelico - MI


Da una vita dipinge Mario Zani. E dipinge immagini umane, figure paesaggi cose, con il linguaggio della tradizione, nel rispetto affettuoso della verità.


Piacentino, della terra di Carpaneto, dopo gli anni vissuti vicino a Milano, oggi rinnova a Piacenza, dove ha posto dimora, le sue pagine pittoriche che sono un messaggio alla poesia dei sentimenti, ai valori sani della vita.

Colori smorzati, bassi (i bruni spenti, i verdi tenui e chiari, i viola dolci e trepidi, a volte nei paesaggi luci che guizzano tra vapori rossastri possono offrire una misura ideale del mondo, il desiderio di una vita di tenere armonie, di silenzi riposati nei quali l'anima sogna. Eppure una malinconia pensosa trascorre nei dipinti. Ed è certo la malinconia di un uomo generoso e "civile" come Mario Zani che sente il frastuono, le collere aspre di questo tempo complesso e turbato, le dissonanze di una società arrogante e pur violenta, e allora esprime la sua convinzione morale: fede nell'essere umano, nell'antica e nuova natura, nelle piccole umili ma grandi cose che ogni giorno ci accompagnano.

La figura umana: Zani anche nei ritratti cerca non soltanto la verità fisionomica ma coglie una psicologia. Ama il soggetto sacro ma pur avverte la sacralità della vita nei personaggi scelti dal mondo umile, magari gente che conosce e vive in un povero orizzonte eppure ancora sa capire ed amare.

C'è una partecipazione vera e sentita alla vita oscura e grigia degli umili, non una protesta ideologica o politica ma l'amore evangelico ai "pusilli", agli umili e poveri.

E direi che lo stesso sentimento percorre i dipinti ispirati al paesaggio rurale e contadino (ricordo certi casolari con piccoli animali domestici o certi scorci di campagne con pecore che si abbeverano in acque ancora limpide) o agli aspetti, agli angoli cittadini in cui palpita la nostalgia quasi di un tempo perduto.

Pagine riposanti ma fanno pensare. Una pittura sorretta da un sicuro esercizio della tecnica e nel respiro di autentici valori umani. Il viaggio di Mario Zani nella pittura ha conosciuto e conosce le buone ore delle cose riuscite. Molti lo hanno dimenticato: ma le nostre cose finite, le cose delle nostre risse quotidiane sconvolte dal vento di una storia violenta, ancora e sempre, chiedono la luce libera dell'infinito, dell'infinito che è poesia.
Mario Ghilardi
Giornalista critico d'arte


Nel pletorico e ferraginoso panorama artistico contemporaneo, un posto di rilievo occupa Mario Zani, pittore. L'incontro con l'artista, naturalmente schivo e modesto, si rivela subito interessante e suggestivo. Maestro del disegno e del colore, frutto di lunga e severa preparazione, egli domina e imprigiona l'indocile materia proteiforme e, con sapiente e vigoroso impasto di luci e di ombre, di colori caldi e pregnanti, ce la butta in faccia, già densa di contenuti esoterici ed esistenziali, con straordinaria e dirompente forza drammatica.

La sua formazione classica, o classicheggiante, lo porta quasi naturalmente al romanticismo ottocentesco, un po' prerafaellita.

La sua arte, fortemente suggestiva e puntigliosa nella continua e paziente ricerca del particolare e della scrupolosa ricostruzione socio-storico-ambientale, arricchita e mirabilmente fusa in una visione pittorica di bellezza e di alta, drammatica spiritualità, erompe vigorosa e si reinventa giorno per giorno con squisita sensibilità moderna, sfiorando e, non di rado, toccando i vertici della poesia.

Una tecnica attenta e sicura, a tratti nervosa e sapiente di suggestivi effetti chiaroscurali, corroborata da profonde e improvvise intuizioni psicologiche, consente all'artista di scavare nel personaggio e di offrircelo vivo e saturo di espressiva, possente drammaticità. (Condottiero Veneto, Vecchio Lupo di mare). Mentre altre volte, l'animo placato, il tocco si fa più morbido, più sfumato, quasi a rendere con più evidenza l'accorata e malinconica partecipazione alle comuni miserie dell'umana esistenza, Il dettaglio verista, in simili casi, vuol dire proprio partecipazione, condoglianza, affettuosa comunione con gli emarginati e i derelitti (Siesta del Barbone).

Eminentemente classico e figurativo, Mario Zani è anche attento osservatore del mondo rurale e contadino che ritrae dal vero con squisita e nostalgica sensibilità, suscitando, o risuscitando, emozioni e ricordi di un tempo lontanante, arcaico e primordiale ormai irrimediabilmente perduto.


VITO CALOGERO
Critico e Direttore
Rivista «Il circolo Letterario»


BIBLIOGRAFIA

  • Il Quadrato, Falossi, Milano 1974-1976
  • Annuario Comanducci N. 2, Milano 1975
  • Dizionario Comanducci, Quarta Edizione, vol. V, Milano 1975 lnform'Arte Club del Collezionista, Margara, Milano 1975-1976 Panorama d'Arte, Megalini, Brescia 1975-1977
  • Catalogo Arte Moderna N. 12, Bolaffi, Torino 1977
  • Pittori e Scultori Contemporanei, Panepinto, Parma 1978
  • Critica d'Arte oggi, Accademia Italia, Salsomaggiore Terme 1979 Dizionario Artisti Europei Contemporanei, Accademia Itali, Salsomaggiore Terme 1980
  • Dizionario Accademici d'Italia con Medaglia d'Oro, Accademia Italia, Salsomaggiore Terme 1981
  • Grande Dizionario degli Artisti Italiani Contemporanei, Accademia Italia, Salsomaggiore Terme 1979
  • Arte Castello, Catalogo degli Artisti Nazionali e Europei, La Meridiana, Piacenza 1980
  • Catalogo d'Arte Sacra, Anno Santo 1975, Edizione Accademia dei 500, Roma


Hanno parlato di lui:

Arte e cultura e Splendor - Cavalletto e Tavolozza - Arte Cristiana Beato Angelico (MI) - Il Giorno - La Notte - Italia e Europa artistica -Eco di Bergamo - Il giornale di Sesto San Giovanni - Il Circolo Letterario di Milano - La Libertà di Piacenza, ecc.






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Ultimo aggiornamento - Marzo 2010